SOCIOLOGIA: alle origini della sociologia

ALLE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA

UNA SCIENZA GIOVANE E "MODERNA"
L'attenzione per la dimensione sociale è sempre stata presente nelle analisi degli studiosi, non solo Aristotele e Hobbes ma anche tanti studiosi dell'età medioevale. Si tratta di riflessioni marginali condotte all'interno di quadri teorici, i quali non erano finalizzati in modo specifico all'analisi della società. 
Solo a partire dalla metà del XIX secolo che il sapere sociologico si costituisce come branca scientifica autonoma. In questo secolo vengono istituite le prime cattedre universitarie della disciplina, la prima da Durkheim a Bordeaux nel 1887, inoltre nascono riviste specifiche sull'argomento. Nel 1892 a Chicago nasce la prima scuola di pensiero e di ricerca, chiamata "scuola di Chicago", che forma importanti sociologi tra cui Robert Park.

UNA SCIENZA FIGLIA DEL MUTAMENTO
Tra i secoli XVII e XIX vi sono delle grandi trasformazioni, le quali investirono la civiltà occidentale, che costituiscono una grande risposta intellettuale, mettendo in crisi i fondamenti della società. Gli sviluppi della sociologia possono essere letti come una sorta di "autocoscienza" della modernità, cioè il modo in cui la società occidentale cercò di rappresentare se stessa dopo le tre grandi rivoluzioni, le quali avevano scosso le fondamenta in ambito culturale, politico ed economico, le rivoluzioni di cui stiamo parlando sono: la rivoluzione scientifica, la rivoluzione francese e la rivoluzione industriale.

LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA
Con l'espressione "rivoluzione scientifica" la storiografia denomina quel movimento di idee che, a partire dal Seicento, grazie all'opera di studiosi come Copernico, Keplero, Galilei e Newton, modificò l'immagine del mondo fisico tramandata dalla cultura antica, decretando l'abbandono della cosmologia geocentrica aristotelico-tolemaica e inaugurando una nuova prospettiva quantitativa e meccanicistica per interpretare l'intero universo. 
La rivoluzione scientifica permise una nuova percezione del mondo e dell'uomo, aprendo la strada all'applicazione alla realtà umana dei principi utilizzati per indagare il mondo della natura, ma con un metodo globale di indagine e di conoscenza. 

LA RIVOLUZIONE FRANCESE 
La rivoluzione francese decretò la fine non solo di un determinato assetto politico-sociale, ma più in generale, di ogni tentativo di legittimazione dell'ordine sociale fondato sull'autorità e sulla tradizione. Valori come l'uguaglianza dei cittadini, la libertà di opinione e di espressione, la superiorità assoluta della legge, affermatasi con la costituzione della "dichiarazione dell'uomo e del cittadino", costituiscono il fondamento non solo delle attutali legislazioni degli stati democratici, ma anche della nostra percezione quotidiana della convivenza civile, delle sue norme, delle sue funzioni e del suo valore.

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Il passaggio, iniziato in Inghilterra alla fine del Settecento, da un'economia tradizionale di tipo agricolo e artigianale alla produzione automatizzata di beni e servizi all'interno delle fabbriche, evento che viene chiamato "rivoluzione industriale", determinò non solo la fine di un sistema produttivo ormai secolare, ma anche mutamenti profondi nella struttura della società, che possono essere riassunte come segue:
- si creano nuove classi, il proletariato, e nuove forme di stratificazione sociale;
- si modificano i tradizionali legami sociali;
- vengono stravolte consolidate modalità di vita e di interazione tra le persone. 
La rivoluzione industriale obbligò a pensare su nuove basi il problema della convivenza civile, delle sue norme e dei suoi valori, creando così la società per come la vediamo noi oggi.














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