SOCIOLOGIA: dalla "comunità" alla "società"

DALLA COMUNITà ALLA SOCIETà

Peter Berger afferma che prima della nascita della sociologia, la stessa idea dell'esistenza della società era tutt'altro che ovvia. Berger, con ciò, intende dire che la sociologia ha potuto nascere e affermarsi solo quando le modalità di aggregazione e di interazione tra gli esseri umani hanno assunto le caratteristiche tipiche che noi oggi ascriviamo al concetto di società.

Un primo tentativo di delineare con precisione queste modalità specifiche si deve a Ferdinand Tonnies, autore di comunità e società. Con questi due termini designa le due modalità possibili di aggregazione sociale. Anche se egli presenta "comunità" e "società" come culture sociologiche generali e non forme sociali storicamente determinate, nel descriverle raffigura lucidamente la contrapposizione tra le forme tradizionali della vita associata e la nuova civiltà nata dall'industrializzazione e dall'urbanizzazione. Secondo Tonnies la comunità è caratterizzata da dimensioni contenute, da relazioni frequenti e significative tra i membri e da un comune sentire di coloro che vi appartengono. La famiglia è il tipo paradigmatico di tale forma sociale, ma non 'unico, tra le altre vi sono il villaggio e la piccola città. 

Nella comunità il lavoro e il possesso sono comuni, in quanto ognuno contribuisce alla parte che gli compete, e non esiste la pratica del contatto.

La società si forma quando gli aggregati umani diventano più vasti e gli individui vivono uno di fianco all'altro, senza però alcun legame organico che li unisca. 

All'interno della società le relazioni tra le persone sono di tipo utilitaristico, cioè basate sulla reciprocità degli interessi, queste non toccano la sfera interiore dei sentimenti e dei valori, ma solo quella esteriore dello scambio di beni e prestazioni. per regolamentare lo scambio vi sono leggi e contratti, trasformando l'individuo in una persona, la quale è soggetta di diritti e obblighi.Tonnies afferma che gli uomini sono uniti a dispetto di tutte le differenze; nella società essi restano irrimediabilmente distinti malgrado l'uguaglianza sancita dalla legge.